“Le rubriche accuratamente elaborate non sono una distrazione o un ostacolo al culto di Dio da parte dei fedeli ma costituiscono invece i mezzi adatti per tale culto, cosicché la celebrazione dei riti liturgici è veramente culto di Dio e non culto dell’uomo. Le rubriche in verità sono i necessari strumenti che permettono che l’azione divina, l’azione di Cristo, nella Sacra Liturgia sia chiaramente evidente.”

Car. Raymond Leo Burke, prefazione a Daniele Nigro, I Diritti di Dio. La liturgia dopo il Vaticano II, Sugarco, Milano 2012, p. 22.

Circa il modo di leggere Epistola e Vangelo nella S. Messa tradizionale

Epistola 3

È assolutamente normale che, quando si avvia la regolare celebrazione della S. Messa tradizionale in una Chiesa, ci si ponga il problema, fra i tanti, di come proclamare le letture. Altrettanto normale è che i fedeli membri del relativo coetus fidelium propongano ciascuno soluzioni diverse, basate sulla propria esperienza diretta o indiretta. Continua a leggere

I Domenica di Quaresima

Ripropongo alla meditazione dei lettori, come per la Quaresima dello scorso anno [cfr. qui], la trascrizione dell’omelia pronunziata da Padre Vincenzo Cuomo in occasione della I Domenica di Quaresima del 2006.

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Omelia della Messa della I Domenica di Quaresima 2006

di Padre Vincenzo Cuomo

C’è qualcuno che con grande malvagità odia il genere umano, perché questo genere umano ha un’impronta divina. «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza», aveva detto Dio, che lo aveva destinato, prima del peccato, a non finire nella tomba, come adesso, ma ad essere assunto in Paradiso in anima e corpo senza passare attraverso la morte, come è avvenuto per la Madonna. Questo nemico, purtroppo, continua la sua opera nefasta: allora erano soltanto due – Adamo ed Eva; adesso sono miliardi di uomini sulla faccia della terra. L’intento del maligno è quello di distogliere dalla via di Dio, per quanto gli è possibile, tutti gli uomini e farli camminare nella via della perdizione.

Gesù ha permesso anche che il demonio intervenisse nella sua vita, lo tentasse – si capisce, è una tentazione soltanto esteriore, perché Gesù non ha subito nessuna influenza nefasta dal maligno, essendo la santità per essenza – e se ha tentato lui, figuratevi se risparmia Padre Cuomo, se risparmia voi! Fa di tutto per distoglierci dalla via di Dio, perché sa che l’ultimo atto della nostra vita terrena è il giudizio di Dio, dal quale dipende un’eternità beata o un’eternità dannata. Teniamo presente questa realtà: Gesù, il Maestro, l’Antagonista di satana, si rivolge al genere umano anche oggi, si rivolge a me e a voi anche oggi, e ci dice: «il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo!».

Voi mi potreste dire: «Padre, parlate a noi di conversione?! Abbiamo forse noi bisogno di conversione?». La conversione è graduale: c’è una conversione, un cambiamento di vita che riguarda quelli che sono peccatori dichiarati, senza Dio, senza morale, senza preghiera, senza religione: che triste fine se continuano così! Questo è il primo grado della conversione: passare dal peccato alla vita di grazia. Ma quelli che stanno in grazia di Dio, quelli che stanno in regola con il Signore – e io voglio sperare che tutti questi cari «angioletti» che stanno in Chiesa siano tutti quanti in regola con il Signore, tutti quanti nessuno escluso – hanno tutti quanti lo stesso grado di santità? Non c’è niente da corregere nella nostra vita? Siamo già santi? Noi, infatti, siamo chiamati proprio a questo, a farci santi. E come? Passando dal peccato alla Grazia, certo, ma passsando anche da una vita da cristiano mediocre ad una vita cristiana di migliore qualità. E se già siamo in una vita buona, cristiana, è finito il nostro lavoro? No, c’è ancora da lavorare! Anzi, tutta la nostra vita deve essere un continuo lavoro per eliminare da noi quello che dispiace al Signore e far crescere quello che Dio ci chiede: una vita spirituale più santa, più perfetta, sempre in crescita. Noi siamo come la barca che deve salire una corrente: fino a quando il barcaiolo ha i remi in mano, la barca sale, sale, sale… se si ferma, cosa succede? La barca si ferma? No, torna indietro. Ecco allora la conversione: siamo tutti chiamati a questa conversione, e questa conversione si realizza praticando bene la preghiera e la penitenza.

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Cor Iesu sacratissimum, miserere nobis!

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Recentemente Mons. Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare della Diocesi di Maria Santissima in Astana (Kazakistan), ha esortato i cattolici ad impegnarsi attivamente contro il neo-gnosticismo dilagante [si veda qui]. Fra le varie iniziative suggerite, c’è anche l’invito alla riscoperta dell’adorazione eucaristica, dei pellegrinaggi, delle messe solenni, delle processioni rogazionali e penitenziali, con temi come “La santità della famiglia e del matrimonio”, “La chiamata alla castità”, “La bellezza e la felicità di una vita casta”, ” L’imitazione di Cristo nella vita familiare” e “Espiazione per i peccati contro la famiglia e il matrimonio”.

Strumento privilegiato per implorare dal Cielo l’aiuto nei momenti di difficoltà per la Chiesa e la società intera è senza dubbio la devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Accostiamoci pertanto con fiducia al trono della grazia (cfr. Ebr 4, 16) recitando ogni giorno il Santo Rosario e, almeno il venerdì, le litanie al Sacro Cuore di Gesù.

Litanie al Sacro Cuore di Gesù

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11 febbraio: festa di Nostra Signora di Lourdes

Preghiera del Venerabile Pio XII alla Madonna di Lourdes

 

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Docili all’invito della Tua materna voce, o Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai Tuoi piedi presso l’umile grotta ove Ti degnasti di apparire per indicare ai traviati il cammino della preghiera e della penitenza e dispensare ai languenti le grazie e i prodigi della Tua sovrana bontà.

Accogli, o pietosa Regina, le lodi e le preci che popoli e nazioni, stretti da amare angustie, fidenti levano a Te.

O candida visione di Paradiso, fuga dalle menti le tenebre dell’errore con la luce della Fede.

O Mistico Roseto, solleva le anime affrante col celeste profumo della Speranza.

O sorgente inesausta di acqua salutare, ravviva gli aridi cuori con l’onda divina della Carità.

Fa’ che noi Tuoi figli, da Te confortati nelle pene, protetti nei pericoli, sostenuti nelle lotte, amiamo e serviamo il Tuo dolce Gesù, in guisa da meritare i gaudî eterni presso il Tuo trono nei cieli. Amen.

Salve Regina.

“Aggiornamento Sacerdotale”

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Recentemente, negli ambienti progressisti, tanto laicali quanto ecclesiastici, è stato riesumato un vecchio Leitmotiv tanto di moda nei “mitici” anni del post-concilio: aggiornamento! La Chiesa – dicono – deve una buona volta aggiornarsi, perché – che diamine!- non siamo più nel Medioevo! Tradotto, ciò significa che ognuno deve avere il diritto di fare qualunque cosa voglia (S’ei piace, ei lice, scriveva il Tasso), in ossequio al soggettivismo relativista più autentico: basta con peccati, inferno, vita eterna, vita interiore, penitenze… La Chiesa – secondo costoro – dovrebbe smetterla di rompere le scatole con quella vecchia favola dei dieci comandamenti, soprattutto il sesto e il nono; anzi, semmai dovrebbe promulgare – per parafrasare un autore di satira in voga negli scorsi anni – dieci emendamenti! Per non parlare poi degli effetti di tale nefasto atteggiamento in ambito liturgico e dottrinale…

Ecco cosa invece scriveva in proposito negli anni ’60 il grande Padre Dolindo Ruotolo:

Aggiornamento Sacerdotale

di Don Dolindo Ruotolo*

” La parola «aggiornamento» come è intesa da non pochi sacerdoti, non può di certo piacere a Gesù, anzi rattrista ed amareggia il suo delicatissimo Cuore. Il Maestro Divino legge nelle anime di tanti Consacrati sotto quale aspetto prendono la pericolosa parola «aggiornamento». Continua a leggere

Domenica 1 febbraio 2015: Dominica in Septuagesima

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Oggi, secondo il calendario liturgico tradizionale, è la domenica di Settuagesima. Riporto quanto scrissi in occasione della Settuagesima dello scorso anno (18 febbraio 2014), attingendo ai preziosissimi testi del grande Card. Ildefonso Schuster.

” Domani, secondo il Calendario Liturgico tradizionale, è la Domenica di Settuagesima (dal latino Septuagesima dies, il settantesimo giorno – all’incirca – dalla S. Pasqua), che apre il tempo omonimo, caratterizzata, dal punto di vista puramente rituale, dal colore viola dei paramenti, dall’omissione dell’Inno Angelico – il Gloria – prima della Colletta e dalla sostituzione dell’Alleluia con il Tratto.

Lo Schuster[1] rileva come, prima di S. Gregorio Magno, presso gli orientali fosse in uso di prepararsi alla Quaresima alcune settimane prima del suo inizio, con l’astinenza dalle carni e successivamente dai latticini. Presso i Latini, invece, il digiuno aveva inizio la prima Domenica di Quaresima. In questo modo, tuttavia, i giorni di penitenza si riducevano a 36 – senza contare cioè i tre giorni del Triduo Pasquale – e, pertanto, alcuni ecclesiastici di grande pietà anticiparono l’astinenza dalle carni al lunedì di Quinquagesima, finché, col Pontificato di S. Gregorio Magno, non si ebbe «la consacrazione del caput ieiunii il mercoledì di quinquagesima»[2].

Il medesimo Pontefice, inoltre, venendo incontro alle esigenze di quanti, laici e chierici, per santa emulazione dei Greci della comunità bizantina di Roma, desideravano anticipare la penitenza quaresimale, anche per placare l’ira divina e stornarne i flagelli (devastazioni longobarde, pestilenze, etc.), istituì – sancendo probabilmente una pratica già affermatasi – le tre settimane preparatorie alla Quaresima, cioè Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima, aventi come basiliche stazionali rispettivamente quelle di S. Lorenzo, S. Paolo e S. Pietro, «quasi a porre il digiuno pasquale sotto gli auspici dei tre grandi patroni della Città Eterna»[3].

[1] Cfr. Beato Ildefonso Schuster, Liber Sacramentorum III, Torino-Roma 1933, p. 29
[2] Ibid.
[3] Ibid.