Novena a Sant’Andrea Avellino, 1-9 novembre 2022

Cari Amici,
Nell’appressarsi della festa del glorioso Sant’Andrea Avellino, il prossimo 10 novembre, mi permetto di invitare tutti Voi a recitare in Suo onore una speciale novena, per impetrare dal Cielo copiose grazie, per noi, per le nostre famiglie, per il Coetus fidelium «San Gaetano & Sant’Andrea Avellino», per la Santa Chiesa e per tutta la società.

SOLI DEO GLORIA

NOVENA

(fonte: https://rosarioonline.altervista.org/index.php/Novene/Novena/it/SantAndreaAvellino/1)

I. O glorioso s. Andrea, che consacraste tutti i vostri lumi all’istruzione degli ignoranti, alla difesa dei perseguitati, alla conversione dei peccatori, al perfezionamento dei giusti, e tanto piú vi umiliaste davanti a Dio quanto piú felice era l’esito delle vostre fatiche presso gli uomini, impetrateci, vi preghiamo, la grazia di procurar con ogni sforzo il maggior bene possibile dei nostri fratelli, e di riferire sempre a Dio tutta la gloria che ne deriva.

Gloria.

II. O glorioso s. Andrea, che abborriste oltremodo il peccato da punire con il silenzio il più rigoroso e con la penitenza la piú austera una sola ufficiosa bugia: poi teneste fino alla morte cosí ben custodita la lingua da non pronunciare nel lungo spazio di sessant’anni una sola oziosa parola, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di detestare sempre con il dolore il piú vivo tutti quanti i nostri peccati, e di attendere con ogni impegno all’emendazione di tutti i nostri difetti.

Gloria.

III. O glorioso s. Andrea, che, quantunque venerato per santo da tutto il mondo, arrivato all’eroismo con la pratica d’ogni virtú, e favorito da Dio con i più strepitosi prodigi, diffidaste sempre di voi medesimo, vi riteneste sempre poi piú malvagio e tremaste sempre al pensiero della vostra eterna salute, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di corrispondere sempre fedelmente a tutti i divini favori, di regolarci sempre dietro il consiglio di coloro che sono costituiti interpreti dei voleri di Dio sopra la terra, di avere sempre un sentimento bassissimo di noi medesimi, e di moltiplicare ogni giorno opere buone, affine di rendere sempre più sicura la nostra elezione alla gloria.

Gloria.

IV. O glorioso s. Andrea, che, non contento di condurre la vita la piú perfetta e la piú edificante, vi obbligaste col voto il piú arduo e piú singolare a far sempre nuovi progressi nella via della perfezione, quindi in grado sempre piú eroico praticaste ogni maniera di cristiane virtú, otteneteci dal Signore la grazia di attendere con ogni impegno alla santificazione dell’anima nostra, di procurar sempre fino alla morte nuovi avanzamenti nella via della santità.

Gloria.

V. O glorioso s. Andrea, che, quantunque capo di un ordine luminosissimo, onoraste degli impieghi i piú gloriosi, ed invitato ad occupare le cariche le piú cospicue e le prelature le piú insigni, faceste sempre vostra delizia l’esercizio delle piú basse e piú laboriose funzioni, fino ad accorciare le stanze e pulire le scarpe dei minimi vostri fratelli, otteneteci dal Signore la grazia di non rifiutarci a qualunque servigio anche piú abbietto in beneficio dei prossimi, e di mettere la nostra compiacenza nel vivere, come voi, una vita sempre perfetta, ma sempre nascosta in Gesù Cristo.

Gloria.

VI. O glorioso s. Andrea, che, cercato a morte dai vostri nemici, mortalmente ferito da prezzolati sicari, lungi dal muoverne la minima querela, o dal cercarne vendetta, vi adoperaste anzi con ogni impegno per ottenere ai vostri nemici l’assoluzione di cosí atroci delitti, quindi mostraste l’eroismo della vostra mansuetudine col far loro particolari beneficenze, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di perdonare sempre di cuore tutti i torti che fossero per farci i nostri fratelli, e implorare fervorosamente presso Dio la remissione dei loro falli e l’emendazione di loro condotta.

Gloria.

VII. O glorioso s. Andrea, che a quell’altare medesimo in cui vi accingevate ad offrire quell’ostia divina di comune propiziazione che formò sempre la vostra delizia, improvvisamente sorpreso da un apoplettico colpo, ed assalito nella vostra agonia dalle tentazioni le più violente, foste consolato col ricevimento della divina Eucaristia e con la visita che vi fece personalmente Maria santissima, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di viver sempre ben preparati al passo estremo, e di essere nelle ultime ore di nostra vita muniti dei santissimi sacramenti, e della assistenza speciale della nostra cara madre Maria, affine di trionfare con sicurezza di tutti gli assalti dei nostri nemici, e meritarci dopo morte la corona dei Santi nel paradiso.

Gloria.

Per ottenere buona morte.

I. Gloriosissimo S. Andrea, che, per essere stato voi stesso da gocciola mortale colpito, siete destinato dal cielo per protettore speciale contro le apoplessie, istantemente vi preghiamo di preservare noi tutti da un male cosí frequente e pericoloso.

Gloria.

II. Gloriosissimo s. Andrea, che sorpreso da morte improvvisa, foste nell’agonia consolato dal testimonio della vostra coscienza sempre in ordine per comparire al Tribunale di Dio, non che dalla divina Eucaristia da voi ricevuta, ottenete a noi tutti la grazia di star sempre ben preparati al passo estremo di essere confortati in quel gran punto col sussidio tutto divino dei ss. Sacramenti.

Gloria.

III. Gloriosissimo s. Andrea, che patiste prima di morire la piú spaventosa agonia per gli assalti del demonio, da cui però vi liberarono la beatissima Vergine e s. Michele, ottenete a noi tutti la grazia di sperimentare, specialmente al punto della morte, il vostro validissimo patrocinio, onde trionfare con sicurezza di tutti quanti i nostri nemici.

Gloria.

Napoli, mercoledí 26 ottobre, Basilica di San Paolo Maggiore, ore 18.00: Presentazione del libro di Don Nicola Bux, “La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione”

Con colpevole ritardo si dà notizia dell’incontro con Don Nicola Bux che avrà luogo domani, nella Basilica di San Paolo Maggiore (via Tribunali, 76 – Napoli), alle ore 18.00. Interverranno P. Aleksander Sebastian Iwaszczonek C.R. e Marina Carrese. L’iniziativa è promossa dall’Associazione «Fraternità Cattolica» e dalla Fondazione «Il Giglio».

PROMEMORIA: Domenica 2 ottobre 2022, Supplica alla Regina delle Vittorie, da recitare alle ore 12.00

Testo originale della Supplica alla Madonna di Pompei del Beato Bartolo Longo:

«I. O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli Vostri, che la bontà Vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai Vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli Vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo Vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e Vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del Vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli Vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al Vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete,Regina di pace e di perdono.

Salve Regina.

II. È vero, è vero che noi per primi, benché Vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il Vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordateVi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, Vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà Vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Salve Regina.

III. Che Vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che Vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle Vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del Vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il Vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il Vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della Vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.

Ah, no! Il Vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, Vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle Vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella Vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai Vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un’ultima grazia noi ora Vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore Vostro costante, e in modo speciale la Vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai Vostri piedi, non ci staccheremo dalle Vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della Vostra Corona, agli antichi trionfi del Vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del Vostro Santuario.

Benedite infine tutti gli Associati al Vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al Vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome Vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina».