Domenica 1 febbraio 2015: Dominica in Septuagesima

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Oggi, secondo il calendario liturgico tradizionale, è la domenica di Settuagesima. Riporto quanto scrissi in occasione della Settuagesima dello scorso anno (18 febbraio 2014), attingendo ai preziosissimi testi del grande Card. Ildefonso Schuster.

” Domani, secondo il Calendario Liturgico tradizionale, è la Domenica di Settuagesima (dal latino Septuagesima dies, il settantesimo giorno – all’incirca – dalla S. Pasqua), che apre il tempo omonimo, caratterizzata, dal punto di vista puramente rituale, dal colore viola dei paramenti, dall’omissione dell’Inno Angelico – il Gloria – prima della Colletta e dalla sostituzione dell’Alleluia con il Tratto.

Lo Schuster[1] rileva come, prima di S. Gregorio Magno, presso gli orientali fosse in uso di prepararsi alla Quaresima alcune settimane prima del suo inizio, con l’astinenza dalle carni e successivamente dai latticini. Presso i Latini, invece, il digiuno aveva inizio la prima Domenica di Quaresima. In questo modo, tuttavia, i giorni di penitenza si riducevano a 36 – senza contare cioè i tre giorni del Triduo Pasquale – e, pertanto, alcuni ecclesiastici di grande pietà anticiparono l’astinenza dalle carni al lunedì di Quinquagesima, finché, col Pontificato di S. Gregorio Magno, non si ebbe «la consacrazione del caput ieiunii il mercoledì di quinquagesima»[2].

Il medesimo Pontefice, inoltre, venendo incontro alle esigenze di quanti, laici e chierici, per santa emulazione dei Greci della comunità bizantina di Roma, desideravano anticipare la penitenza quaresimale, anche per placare l’ira divina e stornarne i flagelli (devastazioni longobarde, pestilenze, etc.), istituì – sancendo probabilmente una pratica già affermatasi – le tre settimane preparatorie alla Quaresima, cioè Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima, aventi come basiliche stazionali rispettivamente quelle di S. Lorenzo, S. Paolo e S. Pietro, «quasi a porre il digiuno pasquale sotto gli auspici dei tre grandi patroni della Città Eterna»[3].

[1] Cfr. Beato Ildefonso Schuster, Liber Sacramentorum III, Torino-Roma 1933, p. 29
[2] Ibid.
[3] Ibid.

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