Avvisi

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Cari Amici,

Vi comunico alcuni avvisi importanti circa le prossime SS. Messe in Rito Romano antico nella Basilica di S. Paolo Maggiore in Napoli:

  1. Domenica prossima, 06 aprile, ricorre il primo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di P. Adam, il giovane Sacerdote Teatino che da circa 5 mesi celebra la S. Messa tradizionale per il Coetus fidelium Sant’Andrea Avellino. Siamo tutti invitati a pregare per lui, a ringraziare Dio per il dono del suo Sacerdozio e, possibilmente, a manifestargli la nostra gratitudine partecipando alla S. Messa delle 12:15;
  2. La domenica delle Palme, il 13 aprile p.v., eccezionalmente, la S. Messa tridentina sarà celebrata non alle 12:15 come al solito ma di pomeriggio alle ore 18:00, preceduta dalla recita del S. Rosario alle ore 17:30, nella Cappella di S. Andrea Avellino. La Liturgia sarà solennizzata dal canto delle Suore Francescane dell’Immacolata di Fontanarosa (Av), che gentilmente e con grande disponibilità hanno accolto il nostro invito. Tutte le altre Domeniche, la S. Messa sarà sempre celebrata alle ore 12:15.

Intervista a Padre Spataro

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”   Don Roberto Spataro, sdb, insegna Letteratura Cristiana antica ed è il segretario della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana, denominata anche Pontificium Institutum Altioris Latinitatis.
I – INCONTRO CON DON SPATARO
(Fatta eccezione per le ultime due risposte, date in esclusiva per la nostra edizione italiana [Paix Liturgique], questa intervista è stata realizzata nel gennaio 2013 da Ilaria Pisa per il sito Campari e de Maistre) Continua a leggere

Angelus Domini nuntiavit Mariae

Maria Vergine: Icona della fede obbediente

Udienza Generale del Santo Padre Benedetto XVI del 19 dicembre 2012

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« Cari fratelli e sorelle,

nel cammino dell’Avvento la Vergine Maria occupa un posto particolare come colei che in modo unico ha atteso la realizzazione delle promesse di Dio, accogliendo nella fede e nella carne Gesù, il Figlio di Dio, in piena obbedienza alla volontà divina. Oggi vorrei riflettere brevemente con voi sulla fede di Maria a partire dal grande mistero dell’Annunciazione.

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«Dio non si compiace della moltitudine» (1 Cor 10, 5)

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«7 […] per Dio tre soli uomini riuniti nel nome del Signore rappresentano di più di molte migliaia di uomini che negano la divinità. O forse tu preferirai al solo Abramo tutti quanti i Cananei insieme? O i Sodomiti al solo Lot o i Madianiti a Mosè, o, ancora agli ospiti stranieri? Che cosa rappresentano per te i trecento che con Gedeone coraggiosamente lambirono l’acqua, rispetto alle migliaia che voltarono le spalle? Che cosa i servi della casa di Abramo, che erano di poco più numerosi di quelli, rispetto ai molti re e alle decine di migliaia di soldati che quelli, pur essendo in pochi, riuscirono a respingere e volgere in fuga? Cosa pensi delle parole: “Quando il numero dei figli di Israele sia come quello della sabbia del mare, ciò che resta sarà salvato”? Cosa di queste altre: “Mi sono riservato settemila uomini che non si sono inginocchiati davanti a Baal?” Non è così, no, non è così: “Dio non si compiace della moltitudine”. 8 Tu fai il conto delle migliaia, Dio di quelli che si sono salvati; tu, ancora, dei granelli di polvere infiniti, io dei vasi della scelta di Dio. Niente, infatti, per il Signore è così grandioso quanto una dottrina purificata e un’anima resa perfetta dalle dottrine della verità […]».

Tratto da Gregorio Nazianzeno, Orazione 42, capp. 7-8 passim.

Vigilia della festa di S. Giuseppe

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Preghiera di Leone XIII:

Ad te, beate Ioseph, in tribulatione nostra confugimus atque, implorato Sponsae tuae sanctissimae auxilio, patrocinium quoque tuum fidenter exposcimus. Per eam, quaesumus, quae te cum Immaculata Virgine Dei Genetrice coniunxit, caritatem perque paternum, quo Puerum Iesum amplexus es, amorem, supplices deprecamur ut ad hereditatem, quam Iesus Christus acquisivit Sanguine suo, benignus respicias ac necessitatibus nostris tua virtute et ope succurras.

Tuere, o Custos providentissime divinae Familiae, Iesu Christi subolem electam; prohibe a nobis, amantissime Pater, omnem errorum ac corruptelarum luem; propitius nobis, sospitator noster fortissime, in hoc cum potestate tenebrarum certamine e caelo adesto; et sicut olim Puerum Iesum e summo eripuisti vitae discrimine, ita nunc Ecclesiam sanctam Dei ab hostilibus insidiis atque ab omni adversitate defende; nosque singulos perpetuo tege patrocinio, ut ad tui exemplar et ope tua suffulti, sancte vivere, pie emori, sempiternamque in caelis beatitudinem assequi possimus. Amen.

Importanza della devozione a S. Giuseppe

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“Per intendere poi le grazie grandi che fa S. Giuseppe a’ suoi divoti, lascio di qui riferire gl’innumerabili esempii che ve ne sono […]. A me basta qui di riferire ciò che ne dice S. Teresa al capo 6 della sua Vita: «Io non mi ricordo (dice la santa) d’averlo sinora pregato di cosa, ch’egli abbia lasciato di farla. E’ cosa maravigliosa il dire le molte grazie che m’ha fatte Dio per mezzo di questo santo, ed i pericoli onde m’ha liberata, così nel corpo, come nell’anima. Agli altri santi par che abbia concesso il Signore di soccorrere in una sola necessità; questo santo si prova per esperienza che soccorre in tutte; e che vuole il Signore darci ad intendere che sì come in terra gli volle star soggetto, così fa in cielo in quanto il santo gli dimanda. Ciò han veduto per esperienza altre persone, a cui diceva io che si raccomandassero a lui. Vorrei persuadere a tutti che fossero divoti di questo santo, per la grande esperienza che ho de’ gran favori ch’egli ottiene da Dio. Non ho conosciuta persona che gli faccia particolari servitù, che non la veda sempre più nelle virtù avanzarsi. Da molti anni nel giorno della sua festa io gli chieggo una grazia, e sempre la veggo adempita. Chieggo per amor di Dio, che chi non lo crede, voglia provarlo. Ed io non so come possa pensarsi alla Reina degli Angeli, nel tempo che tanto s’affaticò nella fanciullezza di Gesù, che non si rendano grazie a S. Giuseppe, per gli aiuti ch’egli diede in quel tempo alla Madre ed al Figliuolo».

In somma ben dice S. Bernardino da Siena non doversi dubitare che quel Signore il quale vivendo ha riverito S. Giuseppe in terra come suo padre, in cielo niente gli negherà, anzi più abbondantemente esaudirà le sue domande: «Dubitandum non est, quod Christus familiaritatem, et reverentiam quam exhibuit illi cum viveret, tamquam filius patri suo in caelis utique non negavit, sed potius complevit» (ser. de S. Ioseph).  “

Tratto da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Settenario di Meditazioni in onore di S. Giuseppe per i sette giorni precedenti alla sua festa.