La vita eterna
Dal libro di P. Vincenzo Cuomo, La Vita Interiore.
È evidente che quando Gesù parlava di “vita” da ricevere non intendeva quella umana e terrena che già abbiamo ricevuta.
Qual è, dunque, questa vita? È la vita divina di cui diventiamo partecipi, la vita stesa di Dio.
È questo il più inaudito e insuperabile dono che Dio possa fare ad una creatura.
Tutto quello che siamo ed abbiamo è tutto dono di Dio; ma il dono della vita Divina supera tutti i doni perché esso non è semplicemente un dono di Dio, ma è Dio stesso che si dona!
Nella scala degli esseri viventi noi troviamo che l’uomo battezzato ha: la vita vegetativa in comune con le piante; la vita sensitiva in comune con le bestie; la vita umana in comune con gli uomini; la vita divina in comune con Dio!
È un dono questo che noi riceviamo gratis, per pura bontà di Dio, perciò esso si chiama grazia (da gratis) perché né noi avremmo il diritto di averlo, né Dio avrebbe il dovere di darcelo.
Questo specialissimo dono di Dio si chiama più precisamente “grazia santificante o abituale” per distinguerlo dalle altre grazie con cui Dio ci aiuta nel nostro cammino verso l’eternità, e che si denominano: grazie attuali.
Si chiama santificante perché ci fa Santi comunicandoci la santità di Dio; si chiama abituale perché – se la sappiamo conservare – ci riveste interiormente come un abito che abbiamo sempre addosso.
Vogliamo spiegare con un paragone… assurdo quello che avviene quando Dio ci dona la grazia o vita divina.
Uno scienziato ha un cagnolino e gli vuole tanto bene. . . Gli fa dei doni adatti alla natura canina. Un giorno lo scienziato scopre una formula chimica inaudita: un estratto di umanità!
Basta una pilloletta e… il cane è umanizzato! Pensa da uomo, agisce da uomo, ha desideri e gusti umani! Favola! Favola per il cane, non per l’uomo. L’acqua del Battesimo, resa feconda dallo Spirito Santo, compie il miracolo di trasformare la povera creatura umana in una nuova creatura, un nato da Dio, un vero figlio di Dio suo Padre, reso capace di pensare, amare ed agire non più umanamente e naturalmente, ma Divinamente e soprannaturalmente.
Difatti ogni essere compie azioni conformi alla propria natura: il cane agisce… da cane, l’asino agisce da… asino, l’uomo agisce (dovrebbe agire!) da uomo, il cristiano agisce (dovrebbe agire!) da figlio di Dio.
La nobiltà impone degli obblighi.
Sarebbe una pazzia per un cane… umanizzato ripudiare il miracolo avvenuto e ritornare alla vita canina.
Ma è una catastrofe senza paragoni – anche se ahimé! così frequente – per il cristiano ripudiare il dono Divino della Grazia, rinnegare la vita Divina e dare ospitalità al maligno diventando suo schiavo.
Tutto questo avviene commettendo anche un solo peccato mortale!
Un’altra notizia importante: la grazia santificante eleva, divinizza e santifica tutto l’essere umano, anima e corpo.
La S. Scrittura ci rivela che anche il corpo del cristiano è tempio dello Spirito Santo e che dobbiamo glorificare e portare Dio nel nostro corpo.
Una domanda.
È ancora tempio dello Spirito Santo il corpo di certe donne cristiane che vestono in modo indecente, con minigonne, pantaloni o pantaloncini stetti stretti, scollacciate? Chi glorificano queste donne? Non certamente Dio! Anche il corpo è destinato alla beatitudine eterna, glorificato insieme con l’anima.
Facciamo un altro paragone per approfondire meglio come avviene la divinizzazione del cristiano mediante la grazia.
Abbiamo una fornace con fuoco di elevato calore: vi immergiamo una sbarra di ferro che cosa avviene? Il ferro, immerso nel fuoco, pur rimanendo ferro, assume anche la natura di fuoco e diventa ferro “infuocato” incandescente e luminoso come il fuoco.
Così la creatura umana, a cui Dio dona la grazia santificante, rimane creatura umana, ma riceve anche la partecipazione della natura Divina, e viene divinizzate in tutto il suo essere.
Perché Gesù ci ha insegnato a chiamare Dio col nome di Padre? Noi chiamiamo Babbo e Mamma i genitori che ci hanno comunicato la vita umana; noi chiamiamo padre (meglio papà – in ebraico abbà) Dio che ci ha fatto dono della vita Divina.