Cari Amici,
Non aggiorno il blog dallo scorso 7 agosto, festa del grande San Gaetano, e me ne scuso. In questi mesi, in ogni caso, non siamo rimasti inattivi.
Lo scorso 23 settembre una delegazione di fedeli dei Coetus napoletani colpiti dall’infame decreto di mons. Battaglia si è recata a Largo Donnaregina e ha consegnato a un componente della segreteria arcivescovile la petizione per il ripristino delle SS. Messe in Rito Romano antico soppresse, sottoscritta da 250 fedeli.
https://www.napolitoday.it/social/manifestazione-fedeli-curia-napoli-settembre.html
La medesima petizione è stata inviata anche al Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Ad oggi nessuna risposta è pervenuta, né da parte del futuro card. Battaglia né da parte del Card. Zuppi, che pure, interpellato da un giornalista, aveva assicurato per lo meno un riscontro ufficiale.
Nel frattempo, alcune testate giornalistiche hanno inserito la vicenda delle soppressione delle Messe nel piú ampio contesto del clima di tensioni che in questi mesi sta vivendo la curia partenopea, fra lettere anonime, dossier e la triste vicenda giudiziaria che sta travolgendo la gestione della Facoltà Teologica di Capodimonte.
https://www.ilroma.net/news/attualita/842261/curia-di-napoli-nel-panico-e-caccia-a-chi-protesta.html
http://www.iustitia.it/14_ottobre_24/documenti/apertura.htm
Della vicenda ha parlato anche il noto blog Messainlatino, evitando però accuratamente (e inspiegabilmente!) qualsiasi accenno alla vicenda della soppressione delle Messe (d’altra parte, perché mai un sito che si chiama Messainlatino dovrebbe occuparsene?).
https://blog.messainlatino.it/2024/10/curia-di-napoli-quarta-puntata-le-ire.html?m=1
Vicinanza ai Coetus è stata invece espressa dal Prof. Roberto de Mattei, a margine di un incontro a Napoli in memoria del compianto Agostino Sanfratello.
Con l’annunziata nomina a Cardinale del nostro Arcivescovo, alcuni siti cattolici di area anglofona hanno pubblicato un resoconto, sia pur sintetico, di tali vicende.
https://www.pillarcatholic.com/p/cardinal-elect-targeted-by-poison
Appare evidente che la Curia di Napoli non ha la minima intenzione di tornare sui suoi passi e di venire incontro alle legittime richieste dei fedeli. Allo stato attuale la Messa in rito romano antico resta consentita ai soli sacerdoti dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, che dispongono, in questo momento, di tre chiese: quella del Rosariello (piazza Cavour), quella del convento delle Suore del loro istituto a Barra e San Giacomo degli Spagnoli (di proprietà dell’Arciconfraternita dei Nobili Spagnoli), oltre alla cappella della loro casa a Corso Lucci. Sacerdoti napoletani che pure, prima del decreto dello scorso aprile, celebravano la Messa tradizionale con il permesso di Battaglia si sono visti ritirati l’autorizzazione dallo stesso Arcivescovo, come pure ci risulta che la stessa sia stata negata a sacerdoti di passaggio che chiedevano di poter celebrare more antiquo nella Chiesa di San Giacomo.
Nonostante l’oggettiva difficoltà della presente situazione, i Coetus napoletani sono determinati ad andare avanti e a continuare a protestare contro questo infelice provvedimento dell’Arcivescovo, che priva molti fedeli della possibilità di assistere alla Santa Messa in Rito Romano antico e crea un’odioso monopolio che, tra l’altro, difficilmente potrà giovare anche allo stesso Istituto che lo detiene, come la Storia insegna. A tal fine, in sinergia con la sezione napoletana dell’Associazione Una Voce e con la Fondazione Il Giglio, i Coetus fidelium napoletani promuovono per il prossimo venerdí 22 novembre, ore 18.00, Hotel Renaissance Mediterraneo, un incontro-dibattito sull’applicazione del motu proprio Traditionis Custodes nella diocesi di Napoli, durante il quale interverranno, fra gli altri, Don Nicola Bux e lo scrittore cattolico Guido Vignelli. Un invito a prendere la parola è stato rivolto allo stesso Mons. Battaglia e al delegato arcivescovile per la Liturgia Mons. Nicola Longobardo, nella speranza che vogliano accettarlo per esporci una buona volta le ragioni del loro provvedimento e piú in generale della loro ‘politica’ nei riguardi del Rito Romano antico.
