
Cari Amici,
Oggi è la festa di San Gaetano Thiene, Patrono, assieme a Sant’Andrea Avellino, del nostro Coetus fidelium. È un giorno di grande festa, anche se rattristato dall’impossibilità di poterci riunire, come negli scorsi anni, sulla Sua tomba per il santo Sacrificio della Messa, a séguito dell’infame decreto dell’Arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia. Tale dispositivo, com’è ormai noto, riconosce come unici luoghi deputati ad accogliere la celebrazione della S. Messa tradizionale la Chiesa del Rosariello, affidata ai preti francesi dell’Istituto Cristo Re, e la Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, proprietà di un’Arciconfraternita di Nobili Spagnoli, dove la celebrazione è parimenti a cura dell’istituto di Cristo Re. Di fatto, si è determinata una curiosa situazione di monopolio delle celebrazioni della S. Messa tradizionale nelle mani di un’unica società di vita apostolica, che esclude qualunque altra realtà (laicale o sacerdotale) che, legittimamente, non si riconosca nella spiritualità, nelle forme rituali e nell’impostazione proprie di quest’ultima ed intenda invece sviluppare, all’interno della Chiesa e in ubbidienza ai suoi pastori, un percorso differente. Nel nostro caso, si trattava della spiritualità teatina, del grande patrimonio musicale gregoriano, eseguito in conformità con le piú recenti acquisizioni della critica e non in base a discutibili prassi esecutive d’Oltralpe, e della grande musica organistica italiana e tedesca. Ma non siamo gli unici ad esser stati colpiti: la scure della ‘misericordia’ arcivescovile si è abbattuta con violenza anche sul Coetus fidelium del quartiere Chiaia, che promuoveva, sotto la guida di un sacerdote napoletano, la celebrazione della S. Messa tradizionale ogni primo sabato del mese, e sul gruppo di San Ferdinando, che da anni attendeva, invano, il ripristino delle celebrazioni in Rito Romano antico, interrottesi con il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria.
Abbiamo tentato di avviare una trattativa con la Curia, ma, nonostante la disponibilità dimostrataci, a titolo meramente personale, dal Delegato Arcivescovile per la Liturgia tradizionale, Mons. Nicola Longobardo, l’Arcivescovo e i suoi collaboratori si sono rifiutati di fare qualsiasi concessione, invitandoci – molto clericalmente – all’ubbidienza (sostenendo tra l’altro un’interpretazione del decreto che risulta in re in contraddizione con il testo dello stesso: ma su questo punto torneremo in un’altra occasione).
A questo punto, i Coetus fidelium napoletani hanno deciso di promuovere un appello pubblico all’Arcivescovo di Napoli e, per conoscenza, al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Matteo Zuppi. In pochi giorni sono state già raccolte oltre duecento firme, che coinvolgono il mondo accademico, imprenditoriale, appartenenti a diversi ordini professionali e fedeli, ma contiamo di raccoglierne molte altre nelle prossime settimane. Chi lo desideri (non solo all’interno della diocesi di Napoli), può scaricare l’appello e compilare il modulo, restituendolo firmato all’indirizzo di posta elettronica del blog.
Preghiamo San Gaetano di intervenire e di porre fine a questo iniquo decreto che, senza alcuna plausibile ragione, priva decine dei fedeli della S. Messa tradizionale.
Quare tristis es, anima mea, et quare conturbas me? Spera in Deo, quoniam adhuc confitebor illi, salutare vultus mei et Deus meus.